- Categoria: Territorio
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Cenni Storici
Cinque sono le frazioni
del Comune. La maggiore, Arten, sorge in una importante posizione
a poco più di 2,5 Km. ad Est di Fonzaso. Si trova ai piedi del monte Aurin,
nel punto di incrocio delle strade che fanno capo rispettivamente a Fonzaso,
Feltre, Arsiè ed è attraversato dal torrente Lèvica.
Dal “De bello Gallico” di Giulio Cesare, dove più volte ricorre, c'è chi vuole interpretare la citazione di “Ars” quale rocca fortificata situata in punto importante, come affermazione della esistenza di un nucleo abitato già a quei tempi, corrispondente al luogo dove oggi sorge la borgata di Arten. Ne diamo accenno a solo rilievo curioso, ma non vi è fondamento storico.
Vi è chi dice che il luogo da altri indicato a ricordare l'antico castello o fortezza (ars), sta invece a ricordare l'esistenza di un convento; asserzione che può essere sostenuta dalla disposizione e costruzione della casa che dicesi fosse un convento.
E' provato storicamente che ad Arten vi fosse un convento di monaci. E' probabile che nel 1420, quando il Governo di Venezia stabilì di demolire la rocca di Arten, questa sia stata invece trasformata e adattata a convento. Trova conferma così anche la tradizione che vuole sia stata la “casa delle fontanelle” il vecchio convento. In esso allora si trasferirono quei monaci che vivevano in altra parte della valle, al Canalèt, e dei quali è fatta menzione in un documento dell'anno 893 riguardante la donazione di alcuni terreni e di due fabbricati di Fonzaso, fatta ad essi da Rodolfo, Vescovo di Vicenza.
La casa delle Fontanelle, come sarà ricordato più avanti, venne trasformata poi in un fortilizio; successivamente servì quale posto di blocco per riscuotere il dazio sulle merci. Qui esiste ancora la vecchia vasca di pietra che serviva ad abbeverare le bestie, durante le soste. Nel 1656 Arten ebbe a soffrire molto a causa di un grave incendio.
Arten è un modesto paese che va continuamente ingrandendosi: si presenta bene, non tanto per la bellezza delle costruzioni, quanto per la loro discreta regolarità.
È circondato in parte da vigneti che si spingono e quasi si inerpicano sulle rocce di Aurin.
Notevole la sua chiesa a croce latina, abbellita da una vasta cupola. Dal 1921, sottratta alle dipendenze dell'Arciprete di Fonzaso, è sede parrocchiale.
Presso il cimitero di Arten c'è la chiesa di San Nicolò, con una campana benedetta dal Santo Gregorio Barbarigo e nella quale il popolo riponeva tanta fiducia per la preservazione dalle tempeste scatenatesi sui nostri paesi e minaccianti i raccolti. La chiesa fu consacrata nel settembre 1503: in essa per antica consuetudine, si faceva la solenne benedizione dell'ulivo nella domenica delle Palme. Gli antichi affreschi che decoravano la chiesa, vennero imbiancati in seguito alla peste, nel 1752.
Dal “De bello Gallico” di Giulio Cesare, dove più volte ricorre, c'è chi vuole interpretare la citazione di “Ars” quale rocca fortificata situata in punto importante, come affermazione della esistenza di un nucleo abitato già a quei tempi, corrispondente al luogo dove oggi sorge la borgata di Arten. Ne diamo accenno a solo rilievo curioso, ma non vi è fondamento storico.
Vi è chi dice che il luogo da altri indicato a ricordare l'antico castello o fortezza (ars), sta invece a ricordare l'esistenza di un convento; asserzione che può essere sostenuta dalla disposizione e costruzione della casa che dicesi fosse un convento.
E' provato storicamente che ad Arten vi fosse un convento di monaci. E' probabile che nel 1420, quando il Governo di Venezia stabilì di demolire la rocca di Arten, questa sia stata invece trasformata e adattata a convento. Trova conferma così anche la tradizione che vuole sia stata la “casa delle fontanelle” il vecchio convento. In esso allora si trasferirono quei monaci che vivevano in altra parte della valle, al Canalèt, e dei quali è fatta menzione in un documento dell'anno 893 riguardante la donazione di alcuni terreni e di due fabbricati di Fonzaso, fatta ad essi da Rodolfo, Vescovo di Vicenza.
La casa delle Fontanelle, come sarà ricordato più avanti, venne trasformata poi in un fortilizio; successivamente servì quale posto di blocco per riscuotere il dazio sulle merci. Qui esiste ancora la vecchia vasca di pietra che serviva ad abbeverare le bestie, durante le soste. Nel 1656 Arten ebbe a soffrire molto a causa di un grave incendio.
Arten è un modesto paese che va continuamente ingrandendosi: si presenta bene, non tanto per la bellezza delle costruzioni, quanto per la loro discreta regolarità.
È circondato in parte da vigneti che si spingono e quasi si inerpicano sulle rocce di Aurin.
Notevole la sua chiesa a croce latina, abbellita da una vasta cupola. Dal 1921, sottratta alle dipendenze dell'Arciprete di Fonzaso, è sede parrocchiale.
Presso il cimitero di Arten c'è la chiesa di San Nicolò, con una campana benedetta dal Santo Gregorio Barbarigo e nella quale il popolo riponeva tanta fiducia per la preservazione dalle tempeste scatenatesi sui nostri paesi e minaccianti i raccolti. La chiesa fu consacrata nel settembre 1503: in essa per antica consuetudine, si faceva la solenne benedizione dell'ulivo nella domenica delle Palme. Gli antichi affreschi che decoravano la chiesa, vennero imbiancati in seguito alla peste, nel 1752.
Tratto da “Fonzaso“ di Angelo Vigna - 1965